Nella Val di Gresta, ai piedi del monte Stivo, si alternano campi terrazzati e orti delimitati dai caratteristici muretti a secco. Ed è proprio in questa valle che nel 2013 è nato il primo distretto biologico del Trentino.
Il biodistretto è un’area geografica nella quale predominano le superfici agricole condotte con metodo biologico. Nei biodistretti aziende agricole, popolazione, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni sottoscrivono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse, partendo proprio dal modello biologico di produzione e consumo (filiera corta, gruppi di acquisto, mense pubbliche bio). Nel biodistretto la promozione dei prodotti biologici va a pari passo con la valorizzazione del territorio per un pieno sviluppo delle potenzialità economiche, sociali e culturali.
L’agricoltura – in particolar modo quella biologica – segue il ritmo delle stagioni, per cui nei cesti di verdura della Val di Gresta in estate abbonderanno la bieta da costa verde, la zucchina, i fagiolini cornetti, il pan di zucchero, il radicchio rosso tondo e quello lungo precoce. In inverno, invece, i menù preparati con gli ortaggi del distretto biologico trentino saranno a base di verze, zucca, cappuccio rosso e sedano rapa.
Il sedano rapa rientra tra gli ortaggi più richiesti prodotti nella Val di Gresta. Lo si trova da metà agosto a marzo – temperature permettendo. Questa varietà botanica del sedano ha una radice grossa, arrotondata e nodosa, che può essere consumata sia cruda che cotta. Il suo sapore è più delicato e dolce rispetto alle coste di sedano. Essendo costituito per oltre l’80% da acqua, il sedano rapa è poco calorico. Inoltre è ricco di sali minerali quali calcio, ferro, magnesio, potassio e sodio. Per questo motivo svolge un’azione rimineralizzante e diuretica, mentre le vitamine antiossidanti del sedano rapa contribuiscono a tonificare il sistema cardiovascolare.
Anche il cavolo cappuccio rientra tra le verdure di punta del distretto biologico della Val di Gresta ed è un classico della tradizione trentina: questo ortaggio è l’ingrediente principale per preparare i crauti. Ha grandi foglie lisce e levigate, che racchiudono un nucleo – la cosiddetta testa – costituito dalle foglie più giovani e più chiare. Insieme agli altri membri della sua famiglia, alla quale appartengono anche il cavolfiore, il broccolo e il cavolo nero, il cavolo cappuccio è uno degli ortaggi robusti tipici del periodo invernale: lo si raccoglie da novembre a fine aprile. Il cavolo cappuccio è una fonte di fibre, è ricco di sali minerali (potassio e ferro) e di vitamina C. Per la sua azione antinfiammatoria e di difesa del sistema immunitario il cavolo cappuccio è considerato un vero e proprio “supercibo”.