È sostenibile essere giovani in busa? I giovani riescono a trovare casa a lavorare e a spostarsi in Alto Garda? Oppure una parte sta pensando di andare altrove? Il territorio riesce ad essere accogliente verso tutte le categorie di persone oppure ne perderà progressivamente alcune? Siamo consapevoli delle tendenze in atto? Sappiamo cosa accade quando un territorio perde biodiversità culturale? Gli attori che concorrono alla costruzione delle politiche locali ne possono tenere conto? Ci sono delle scelte coraggiose che possono essere adottate? Cosa possiamo fare come società civile per stimolare una cultura accogliente e creare spazi di opportunità? Quali nuove traiettorie di ricerca e progettuali?
Si tratta di riflessioni molto importanti e che come APT stiamo affrontando sia con tavoli di lavoro dedicati, sia all’interno del percorso per l’ottenimento della certificazione GSTC come destinazione (qui puoi trovare maggiori informazioni).
Questi temi sono stati al centro anche del progetto "Verso una cultura del muoversi e abitare sostenibili in Alto Garda", coordinato dalla Coop Smart di Rovereto e patrocinato dal Comune di Arco e dalla fondazione Caritro di Rovereto, che ha avuto lo scopo di esplorare i temi dell'abitare, lavorare e muoversi in "busa" per i giovani fino ai 35 anni, e che è culminato nella realizzazione della prima edizione di Arco Slow il 6 aprile 2025.
A tale proposito, il prossimo 24 settembre alle ore 20.30 presso Cantiere26 in Via Caproni Maini 26 ad Arco, si terrà un incontro restitutivo del questionario online somministrato a 300 giovani del nostro territorio e che vedrà anche due interventi dell'antropologa e giornalista Sara Hejazi e del giornalista Leonardo Omezzolli.
La serata è realizzata in collaborazione con Ruma Agency, il T Quotidiano e la Cassa Rurale Alto Garda e Rovereto.
15/09/2025